Come abbiamo visto nello scorso articolo, gli Openbadges sono un potenziale strumento rivoluzionario per il riconoscimento delle competenze acquisite e di tutte quelle esperienze accumulate al di fuori dei contesti formali. Abbiamo già anche accennato ai vantaggi che offrono durante il processo di selezione del personale. Il loro potenziale, tuttavia, non si ferma a questo, né per le aziende, né per i singoli individui.
Viviamo nell’era del lifelong learning: non è più pensabile smettere di studiare una volta ottenuta una laurea o un diploma, siamo continuamente messi di fronte a nuove sfide, quello che apprendiamo oggi potrebbe essere già vecchio domani. Non abbiamo più un lavoro fisso che durerà tutta la vita, continuiamo a cambiare impiego passando da un’azienda all’altra. In sintesi, dobbiamo puntare al mantenimento o, meglio ancora, all’aumento continuo della nostra employability, cioè la capacità di una persona di trovare e mantenere una posizione di lavoro. Grazie agli Openbadges le persone possono letteralmente “collezionare certificazioni” delle proprie qualità ed esperienze. La nostra collezione di Badge racconta e certifica in maniera immediata la nostra storia, le nostre esperienze.
Quando si esamina un CV nessuno può sapere se le dichiarazioni che contiene sono veritiere oppure no. Nessuno, oltre a noi stessi, può infatti sapere se abbiamo effettivamente compiuto tutte le attività che abbiamo inserito nel CV, se siamo effettivamente capaci di fare ciò che dichiariamo. La parte dei CV più dubbia è proprio quella inerente alle proprie competenze, ai propri hobby, nonostante sia spesso la parte più importante, perché è quella che ci definisce maggiormente. Non siamo noi stessi per il corso di laurea che abbiamo frequentato o per un lavoro che abbiamo fatto, ciò che ci rende quello che siamo sono le nostre passioni, il nostro carattere, il nostro modo di interagire con le persone, quello che facciamo per noi stessi e per gli altri. Questi sono degli elementi fondamentali da prendere in considerazione quando si selezionano le persone. Soprattutto quando si è giovani e non si hanno esperienze lavorative alle spalle, sono proprio queste qualità ed esperienze che fanno la differenza. Grazie agli Openbadges, le aziende hanno la possibilità di verificare quello che le persone dichiarano nel CV e durante il colloquio. Questo è un vantaggio straordinario anche per il singolo, che ha la possibilità di costruire il proprio profilo, la propria storia e condividerla con chiunque tramite un click. Lo standard OBI (Open Badges Infrastructure) permette quindi il riconoscimento delle nostre qualità, garantendone la validità. Inoltre, ovviamente, gli Openbadges possono essere usati anche per certificare le attività “formali”. Hanno dunque il potenziale di unire tutte le nostre competenze, sia formali che informali, consentendoci di ricreare la nostra storia.
I colloqui di selezione, tuttavia, non sono l’unica discriminante del successo aziendale, è importante occuparsi anche del benessere del lavoratore. Più una persona è soddisfatta di quello che fa, più ci metterà impegno e passione. Come abbiamo visto negli articoli precedenti, infatti, un elemento dal quale le aziende non possono più prescindere è quello di engagement; uno degli elementi che lo possono promuovere è quello formativo. Offrire alle persone corsi di aggiornamento o di approfondimento è percepito come un elemento gratificante e di benessere aziendale. Non dimentichiamo poi che i badge sono una leva motivazionale molto importante. Per esempio, al posto di dare un attestato alla fine del corso, si potrebbe suddividere quest’ultimo in più step e dare un badge ogni volta che viene completato ciascun livello. Questo permette alla persona di avere un riconoscimento continuo di quello che fa (continuous feedback – importante anche quando si ha a che fare con i “nativi digitali”). È la stessa cosa che avviene nei videogiochi, ad ogni livello superato vengono dati dei riconoscimenti.
Gli Openbadges, dunque, possono essere un elemento fondamentale per modificare in meglio l’approccio formativo: consentono infatti di incentivare la partecipazione dei lavoratori, garantendo un riconoscimento e riconoscibilità per gli sforzi operati, nonché aumentando la loro employability. Inoltre, l’utilizzo degli Openbadges è un vantaggio aziendale anche perché permette di aumentare la visibilità e la reputazione dell’azienda. I badges sono nati per essere condivisi: quando una persona condivide un badge che ha guadagnato, anche l’azienda che lo ha emesso viene visualizzata. Le organizzazioni in questo modo riescono ad aumentare anche la loro social reputation (“un’azienda fatta di persone sempre più preparate”), creando nel contempo un’efficace strategia di employer branding (“un’azienda che fa crescere le proprie persone”; “un’azienda che si preoccupa dell’employability delle proprie persone”). Quando una persona di talento cerca lavoro, farà domanda prioritariamente in quelle aziende che riterrà più attraenti. In quest’ottica, diventa di vitale importanza avere efficaci strategie di employer branding (cioè la capacità di un’organizzazione di attrarre e fidelizzare i migliori talenti in circolazione, promuovendo l’immagine della propria azienda in modo coerente e accattivante). Promuovere l’employer branding significa quindi cercare di rendere la propria organizzazione un polo attrattivo sia per chi lavora già in azienda, sia per i nuovi talenti. I social networks diventano un canale di fondamentale importanza e, soprattutto sui social, i messaggi sono più efficaci se sono “user-guaranteed”. L’utilizzo degli Openbadges, ad evidenza, può aiutare in tutto questo, perché saranno i lavoratori stessi a consigliare l’impresa e a mostrarne i valori.
Un caso di successo di utilizzo degli Openbadges è rappresentato da IBM.
IBM ha introdotto gli Openbadges per certificare le competenze, con l’intento di permettere a tutti i suoi dipendenti di rimanere “sulla stessa pagina”. Da un’indagine commissionata da IBM, è emerso che l’87% dei lavoratori e dei clienti esterni voleva avere una relazione più profonda con IBM perché interessati al programma Openbadges. Inoltre è emerso che l’utilizzo dei badges ha portato un incremento dell’engagement e della partecipazione aziendale. L’utilizzo degli Openbadges ha infine permesso anche di migliorare l’efficacia del processo di selezione interno. Se per un lavoro servono delle determinate IBM Skills, il sistema degli Openbadges permette di sapere immediatamente chi ha acquisito quelle Skills.
Gli Openbadges non sono quindi solo uno strumento formativo ma anche un elemento di ingaggio aziendale e personale. I digital badge possono diventare un elemento strategico per le organizzazioni, un elemento che fa la differenza portando un beneficio non solo alla stessa azienda ma anche al singolo.