I giochi sono uno dei principali motivi per cui le persone visitano Facebook: viene stimato che circa il 40% della sua utenza è presente per giocare con i social games. Ciò significa che più di 200 milioni di persone si divertono a giocare su Facebook ogni mese, e che la top ten dei titoli più giocati sul social network può vantare più di 12 milioni di utenti ciascuno.
Come l’industria si sta muovendo rapidamente verso modelli di business online, tra i quali il cloud gaming, la distribuzione digitale e il social gaming, anche i game designers necessitano di adattarsi a questa situazione, evolvendo il proprio bagaglio tecnico-culturale al fine di coniugare la creatività con logiche di mercato via via più agguerrite e innovative, che ricercano l’abile commistione tra il fattore “fun” e quello remunerativo.
Questo non vuole dire un appiattimento del gameplay a favore della monetizzazione fine a se stessa, in quanto la feroce concorrenza, nonché la vertiginosa crescita del settore, inducono a generare negli utenti aspettative di sempre più elevate, focalizzate sulla semplicità e sullo stimolo emotivo, piuttosto che sulle azioni da intraprendere e sulla profondità estetica dell’architettura ludica.
Se portiamo indietro le nostre riflessioni anche solo a vent’anni fa, l’evoluzione del design videoludico ha visto le medesime dinamiche adattive. Ad esempio, i giochi arcade da sala erano appositamente progettati per “spillare” soldi agli utenti, portati a immettere via via più monete nel cabinato per poter proseguire nell’esperienza. Ciò significa che il design era costruito attorno alla piattaforma di gioco; vale a dire, il modello di business era chiaro fin dal principio, e certamente, veniva implementato all’interno del processo creativo come fondamento iniziale delle decisioni da attuare in sede di produzione.
Articolo molto interessante e ben spiegato!
mette in evidenza lo sviluppo e la modifica del design dei giochi avvenuta negli ultimi 20-30 anni! e lo fa in maniera immediatamente chiara!!!